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L’impatto del trading online in opzioni binarie sui mercati finanziari

La crescente diffusione del trading online in opzioni binarie – ritenuta la modalità più “facile” di investimento in azioni e/o valute – ha sollevato una proporzionale crescente attenzione da parte delle autorità di vigilanza riguardo i rischi che può comportare sui risparmi dei cittadini che autonomamente decidono di tentare queste forme di investimento fortemente rischiose al confine tra gioco in borsa e “azzardo”. Il fenomeno è stato osservato e studiato da numerosi esperti che hanno valutato le ripercussioni sul mercato italiano ed estero rispetto alla velocità con cui i trader prendono parte alle negoziazioni. La sintesi di questi studi è che il trading in opzioni binarie può destabilizzare i mercati finanziari quando si innescano delle “catene” di operazioni che influiscono al ribasso o al rialzo dei prezzi di un bene, talvolta anche in modo immotivato. Il trading online in azioni binarie, in altre parole, potrebbe essere a sua volta causa della volatilità dei mercati e quanto più un mercato è volatile, tanto maggiori sono i rischi di investimento, ma anche i profitti.

Come il trading online influisce sui mercati finanziari tradizionali

Dalla nascita e diffusione del trading online si è notato come spesso i trader agiscano per “imitazione” di altri semplicemente perché seguono le stesse strategie. Per esempio, se si verifica un “danno operativo” come il malfunzionamento dell’hardware che induce il trader “X” a vendere determinati titoli piuttosto che perderli completamente, ciò produce un effetto di emulazione in base al quale tutti i trader che agiscono secondo le stesse strategie del trader “X” iniziano a vendere titoli pur in assenza di un danno operativo innescando una spirale al ribasso dei prezzi dei titoli. Le dinamiche simili che si innescano anche in assenza di danni operativi provocano il cosiddetto “flash crash”, il fenomeno in cui nel giro di pochi minuti le quotazioni salgono e precipitano vertiginosamente. Un esempio di “flash crash” è ciò che avvenne il 6 maggio 2010 sui mercati azionari USA dove sono stati persi in pochi minuti il 10% dei capitali investiti per poi recuperarli nella stessa giornata in modo altrettanto rapido. Le cose si complicano ulteriormente quando si tratta di “prodotti derivati”. Secondo la ricostruzione di quella giornata condotta dalla SEC (Security and Exchange Commission statunitense), gli ordini di vendita di alcuni prodotti del trading online hanno innescato altri ordini di vendita creando il fenomeno dell’hot potato trading, la patata bollente per cui tutti vendevano gli stessi titoli per disfarsene solo perché altri lo stavano facendo.

L’impatto del trading online sui mercati azionari provoca un ulteriore effetto che è quello di aumentare la volatilità che amplifica i movimenti anomali dei prezzi. Ma al tempo stesso la volatilità induce allo scalping, all’applicazione di tutte quelle strategie utilizzate per realizzare maggiori profitti in contesti di elevata volatilità.

Il trading online incide anche sulla liquidità dei titoli, ma si tratta – nello specifico della prassi operativa – di una ghost liquidity che tende a scomparire in breve tempo. E ancora, la diffusione di talune pratiche si ripercuote sul processo di formazione dei prezzi, in particolar modo le strategie di trading impostate sul breve o brevissimo periodo; infatti gli ordini di vendita o acquisto, per esempio a 60 secondi, si basano sull’osservazione del mercato in un dato istante senza prendere in considerazione i fondamentali economici sottostanti come per esempio un investimento a lungo tempo che rientra nelle strategie aziendali della società che ha emesso il titolo e che vede perdere la propria credibilità sul mercato o segnalare un erroneo stato di salute della società emettitrice a causa di questo continuo scollamento dei prezzi dalla propria realtà e solidità.

Una probabile causa di tutto ciò e al tempo stesso ulteriore elemento di impatto è la mancanza di equo accesso al mercato. Molti trader che utilizzano infrastrutture tecnologiche e informatiche hanno un vantaggio oggettivo in termini di velocità operativa rispetto ad altri trader; a ciò si deve aggiungere anche la poca esperienza o l’approssimazione di chi si cimenta con il trading online senza la dovuta formazione e conoscenza. Ciò crea uno sbilanciamento che potrebbe danneggiare il mercato soprattutto nei momenti di turbolenza.

Conclusioni sull’impatto del trading online sui mercati finanziari

Al di à delle singole criticità, i diversi studi rivelano risultati contrastanti: per alcuni, il trading online si è rivelata un’iniezione di energia nuova sui mercati, per altri gli scenari, invece, sono molto più foschi; l’unico punto certo è che è aumentata la volatilità dei mercati e per alcuni anche un positivo aumento delle possibilità di profitto.

Stando al mercato italiano, una recente indagine della CONSOB rivela come nel biennio 2011-2013, l’incremento di attività dei derivati HFT, per esempio, ha determinato un incremento della volatilità dei rendimenti giornalieri dei 35 titoli a maggiore capitalizzazione. È stato realizzato un incremento del 10% del peso degli HFT sul totale degli scambi con un conseguente aumento della volatilità in un solo giorno compreso tra il 4% e il 6%, rispetto alla media annua del 15%. Se sia un bene o un male e quali effetti avrà sul lungo termine è ancora allo studio da parte delle autorità di regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari che – per quanto riguarda l’Italia e l’Europa – impongono ai gestori delle piattaforme di negoziazione l’obbligo di predisporre adeguati sistemi di controllo interni.

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