I mutui sub-prime appartengono ad una tipologia di finanziamento che viene elargito ad una specifica fascia di utenti, in particolare a quei clienti che sono ad alto rischio di insolvenza. La loro terminologia deriva sostanzialmente dal sistema bancario americano, laddove i clienti sono generalmente classificati come prime o subprime, a seconda non solo della loro cronistoria finanziaria ma soprattutto in merito alla loro “fama” in termini di rimborso di finanziamenti elargiti in passato.

Ragion per cui questo tipo di finanziamento è rivolto a coloro che hanno avuto in passato dei problemi di insolvenza o di bancarotta. A tal proposito c’è da sottolineare che dato l’enorme rischio a cui vanno incontro gli istituti creditizi, questi prodotti finanziari sono concessi con tassi di interesse sensibilmente più alti rispetto ai mutui proposti alla clientela prime o con configurazioni di rate e interessi variabili nel corso del tempo. Ovviamente tali precauzioni da parte delle banche sono piuttosto giustificate considerando che sono rivolti proprio a coloro che in passato non hanno pagato nei tempi pattuiti le rate richieste con la concessione del finanziamento.

A tal proposito per i prestiti di tipo subprime è previsto neanche a dirlo un periodo di preammortamento inevitabile, in cui il debitore è tenuto al solo rimborso degli interessi. In generale possiamo dire che si valuta caso per caso, tant’è vero che a volte vengono concessi finanziamenti anche a tasso misto, laddove c’è un passaggio dal tasso fisso a quello variabile solo dopo il primo periodo di rimborso. Come garanzia la banca in genere chiede un’ipoteca sull’immobile, anche perché deve tutelarsi in qualche modo da un’eventuale insolvenza. Sembra strano dato l’enorme rischio di questi mutui, eppure è una pratica molto diffusa dagli istituti bancari americani concedere questo tipo di prestiti, garantendo così l’accesso al credito anche alla fascia di popolazione considerata più a rischio.